“Un bambino sostitutivo”: Salvador Dalì


Parleremo di un “bambino sostitutivo”, “Salvador Dalì”. La definizione di bambino “sostitutivo” è, in senso stretto, un termine utilizzato per indicare il figlio di genitori che hanno un secondo figlio per colmare il vuoto dopo la morte del figlio. (A proposito, dovrei aggiungere che anche Van Gogh era un bambino sostitutivo) Anche Dalì è nato con questo pesante fardello e ha detto questo: "Ho sperimentato la mia morte prima di vivere la mia vita". spiega come segue. Afferma di avere due ossessioni che lo paralizzarono durante l'adolescenza; Uno di questi è che ha molta paura di contrarre una malattia venerea, e l'altro è che crede di essere impotente.
Nella foto vedete la sua famosa opera "Il Grande Masturbatore (1929)". L'elemento principale di questo dipinto, che dipinse quando incontrò Gala e che può essere descritto come quasi autobiografico, è il ritratto di un gigante giallo con gli occhi chiusi e distorti, che danno l'impressione che Dalì stia dormendo o sognando. Oltre all'occhio con lunghe ciglia, alla fronte appiattita, al naso grande e alle guance rosee, si può notare che il ritratto gigante non ha bocca. Ciò conferisce all'immagine una qualità spaventosa. Il volto sembra addormentato o paralizzato da una cavalletta che vi si arrampica sopra. Proprio sotto il suo enorme naso è appollaiata una cavalletta, di cui ha avuto fobia fin dall'infanzia, e le vene blu del suo corpo, che gli ricordano la morte, si arrampicano verso il suo viso. L'unico elemento in movimento nella foto è una donna che si lecca le labbra. Il profilo fu ingrandito fino a dimensioni monumentali. La metamorfosi è evidente nel collo. Da questa metamorfosi nasce una donna con l'organo sessuale eretto e scarso interesse per il mondo esterno. In questo dipinto la sessualità è chiaramente associata alla castrazione e alla morte. In questa immagine e in altre immagini di quel periodo viene ripetutamente sottolineato che solo la masturbazione è sicura.

La sessualità e le disfunzioni sessuali sono problemi di cui i pazienti esitano a parlare e hanno difficoltà a spiegare.

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